2016, How Deep is the Ocean
Date
2016
Lorenzo Canova
Opere dense e simboliche, un colore stratificato e metaforico, una stesura dove la materia cromatica vibra di fermenti vitali: nel suo recentissimo ciclo, Michele Dolz lavora attraverso codici allusivi in una pittura che suggerisce una riflessione complessa e articolata sull’animo umano e sui suoi arcani.
Il titolo è ripreso dalla canzone How Deep is the Ocean di Irving Berlin e si ispira anche a un’altra canzone, Com’è profondo il mare di Lucio Dalla: due testi che si riferiscono alle profondità dell’uomo, a sentimenti d’amore e di dolore e ad abissi inconsci, alla libertà e alla sua limitazione, alle ascese e alle cadute, alle passioni, alle emozioni e alla loro cancellazione.
Grazie alla pittura, Dolz crea un mare parallelo, uno spazio immaginario dove i pesci sembrano diventare sia le figure simboliche delle iconografie paleocristiane e dei Vangeli sia segni allegorici che parlano dell’umanità stessa, nel dialogo tra l’esistenza distesa nel tempo e la dimensione atemporale dell’eternità, il cui punto di intersezione può essere rappresentato proprio dall’attraversamento dello spazio sommerso dove abitano gli archetipi, dalle immersioni in fondali dove i sogni ci rivelano messaggi enigmatici.
La pittura di Dolz è dunque sospesa tra la presenza iconica e l’astrazione, come se le figure dei pesci divenissero reminiscenze fragili tracciate nell’acqua, destinate a scomparire tra le correnti e le onde, come sentimenti e ricordi cancellati dal tempo, o a ricomparire forse come frammenti di memoria riemersi dalle sabbie dell’oblio e affiorati al chiarore della razionalità.
La pittura stessa di Dolz sembra in bilico tra la materia e la sua negazione, tra un colore sabbioso e tattile disteso sul supporto e una stesura leggera che parafrasa il mondo liquido del suo oceano simbolico, in una visione dove le gocce e le macchie di matrice informale sembrano seguire un percorso che attraversa la notte dell’anima e si rischiara di illuminazioni gioiose, penetra nelle ombre della melanconia e si accende di fulgori amorosi, in un percorso circolare tra terreno e celeste, tra l’orizzonte della coscienza e lo spazio subacqueo dell’inconscio.
Così, come un sommozzatore della psiche, Dolz si immerge tra le onde del suo oceano metaforico, attraversando i suoi abissi con gli strumenti originari del disegno e della pittura, pescando con la sua rete pesci sacri che si disfano e rinascono senza fine, in un viaggio tra le tenebre e la luce attraverso quel mare celato dove gli esseri umani possono pescare le stelle preziose nascoste nel centro profondo dell’animo.
The King of Fish, olio su tela, 80x100
Fish Family, olio su tela, 150x150
Fish 2, acrilico su tela, 30x40
Fish 4, acrilico su tela, 30x40
Fish 6, acrilico su tela, 30x40
Fish 21, inchiostri e acquarello su carta, 22x32
Fish 22, inchiostri e acquarello su carta, 22x32
Fish 26, inchiostri e acquarello su carta, 22x32
Ghost Fish, olio su lino, 150x100